Atomica: Rügen prima di Alamogordo

Fra i capolavori della pittura nordica ci sono le rappresentazioni ottocentesche delle falesie di Rügen di Caspar David Friedrich con un immaginario romantico delle bianche scogliere sul mare.

Il territorio è un arcipelago sulla costa del Baltico nella Pomerania nord-occidentale nota meta turistica storica di elevato livello in un panorama di verde intenso e di rocce cretacee in riva al mare, parchi nazionali e un’area di riserva della biosfera.

Incredibilmente questo felice angolo della natura è stato utilizzato per uno dei primi esperimenti nucleari in Europa.

La storiografia internazionale in materia ci dice che la prima bomba atomica fu fatta esplodere dagli USA il 16 luglio 1945 ad Alamogordo, nel New Mexico (il 6 ed il 9 agosto dello stesso anno due bombe atomiche vennero sganciate su Hiroshima e Nagasaki per indurre il Giappone alla resa).

In realtà circa dieci mesi prima in un isolotto dell’arcipelago di Rügen un famoso corrispondente di guerra della IIa Guerra Mondiale, il giornalista italiano Luigi Romersa ha assistito alla deflagrazione di una “bomba disgregatrice di eccezionale potenza”.

La sua testimonianza ci giunge attraverso un suo scritto postumo del 2005 (“Le armi segrete di Hitler” ed. Mursia) ed alcuni interventi televisivi e articoli su testate periodiche dello stesso anno.

Il giornalista fu incaricato da Benito Mussolini, capo della RSI, di indagare presso l’alleato germanico la reale consistenza delle cosiddette e paventate “armi segrete”. Romersa nella notte tra l’11 e il 12 ottobre 1944 accompagnato da due ufficiali tedeschi assistette in Rügen all’eccezionale esperimento.

L’utilizzo di tute protettive (amianto?) ed il ricovero in casamatta non lasciano dubbi che la deflagrazione ebbe caratteristiche nucleari.

I militari ed i tecnici che egli vide dopo molte ore di sosta all’uscita dal bunker in cemento armato erano coperti da speciali scafandri (pericolo di radiazioni) e la frase ricorrente sulla bocca dei presenti fu “alles kaputt” in uno scenario sconvolto dal potente esplosivo in un ampio raggio.

Era noto all’epoca che gli studi in materia nucleare nati in Germania dal 1938 erano molto avanzati e che non tutti gli scienziati coinvolti emigrarono all’estero a seguito delle leggi razziali (Robert Oppenheimer negli Stati Uniti dirigeva decine di fisici tedeschi transfughi per il progetto Manhattan). 

Alcuni scienziati patriottici presenti in Germania (fra cui Werner Heisenberg uno dei padri della meccanica quantistica e Premio Nobel per la fisica nel 1932) credevano il nazismo un fenomeno politico passeggero e avevano nel contempo forti riserve all’impiego di un’arma atomica frenati da una cultura cristiana di base ed anche da motivi tecnici: impiego impossibile a lunga distanza per mancanza di un apposito vettore ed impossibilità di neutralizzare le truppe amiche nell’utilizzo a breve distanza (nonché la prevista pluridecennale infertilità del suolo contaminato).

Ciò che fu realizzato in Germania era qualcosa di molto rudimentale, ingombrante e di difficile trasporto e la famosa frase anticipatrice di Hitler in uno dei suoi allucinanti discorsi “Dio mi perdoni i primi cinque minuti di guerra” non fece che intensificare da parte degli Alleati i bombardamenti aerei su circa 40 centri industriali del Centro Europa al fine di fermare ogni ulteriore progresso industriale avanzato in vari campi bellici.

Rügen invita ad una visione trasversale della realtà: non si tratta di un cortocircuito fra scienza, storia e fantasia.

Lo storico tedesco Rainer Karisch autore del libro “Hitler bombe” pubblicato in Germania descrive ben tre esplosioni particolari nell’inverno fra il 1944 e il 1945, la prima delle quali conferma fu indubbiamente quella di Rügen. Luigi Romersa nell’ottobre 1944 fu accompagnato in loco in ore notturne e durante una pioggia battente per cui non riuscì a localizzare con precisione il punto dell’esperimento.

Tutt’oggi un isolotto disabitato dell’arcipelago di circa un chilometro quadrato denominato VILM si trova a circa 100km in linea d’aria con il territorio costiero della Pomerania dove esisteva la famosa storica base missilistica di Peenemünde ed è necessario uno speciale permesso per visitare quel sito al fine di proteggere la particolare biosfera del luogo. La curiosità per vicende raccontate al di fuori della ufficialità, ma con testimonianze degne di fede ci fa camminare senza esitazioni e dubbi sul crinale della storia.

Luigi Romersa (1917-2007) nel dopoguerra ha continuato a prendere contatto con personaggi artefici dei più avanzati progetti della scienza: è documentata la sua visita a Wernher von Braun nel 1958 a Huntsville, Alabama.


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