Dopo la fine della Prima Guerra Mondiale all’Italia furono assegnate la regione dell’Istria, parti della Dalmazia ed il Trentino, come premesso nel patto di Londra della triplice intesa. Sicché Albona, città mineraria dell’Istria, diventò italiana!
Ad eccezione del Trentino, tutti questi territori furono perduti dopo la disastrosa conclusione, per l’Italia, della Seconda Guerra Mondiale.
La figura 1 riproduce un bollettino di spedizione di pacco postale da Milano Ferrovia (19.1.1920) ad Albona in Istria, gravato d’assegno per L. 2,90. Il pacco pervenne a destinazione e rimborsato il 20 (figura 2).
Nella miniera di Albona lavoravano uomini di origini diverse: croati, sloveni, italiani, ungheresi. Guidati da Giovanni Pippon, inviato dal Partito Socialista Italiano di Trieste.
Il 1° marzo Pippon fu catturato da un gruppo di fascisti e picchiato. Il giorno seguente le maestranze decisero di occupare la miniera, organizzare una guardia rossa con lo slogan “la miniera è nostra” (figura 3).
L’8 aprile, l’Italia – rispondendo alle pressanti richieste dei proprietari della miniera – intervennero riuscendo, in breve, a ristabilire l’ordine e ad arrestare numerosi minatori. Tuttavia, nel successivo processo tutti gli imputati furono assolti.
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